S' I' FOSSE FOCO, ARDEREI 'L MONDO


martedì 24 febbraio 2009

Nostalgia



Erano meglio gli anni '70, perché invece di sputarti in un occhio, potevi sputare preventivamente sullo spazzolino del mascara.

[Io mi ricordo mia madre: prendeva il mascara, ci sputava dentro e, una volta assolto il rito mattutino, si truccava tranquillamente.]

Poi la cosmesi si è voluta evolvere e bla bla bla.


domenica 22 febbraio 2009

Per un Pugno di Prugne # 2


Ieri, Sabato 21 febbraio 2008, nei locali della mia integrità, è stato approvato all'unanimità da tutta me stessa al completo e senza nessuna parte astenuta, che ogni persona o oggetto o animale che mi incontrerà dovrà chiedermi “Allora, come stai?” con un'espressione viva ed accorata, dovrà mettermi a mio agio, possibilmente seduta, al caldo e con possibilità di fumare, e dovrà ascoltare per venti buoni minuti minimo la mia risposta, incoraggiandomi nel frattempo con parole di comprensione, congratulazioni, complimenti e dandomi validi suggerimenti.

Non ci sono ma, però, appelli, cazzi e mazzi che tengano, bottiglie d'acqua e cortei.

Come le “migliori amiche”, semplice invenzione di qualche sociopatico alcolista diventato famoso per una mera casualità: le “migliori amiche” non esistono; a meno che la categoria non riguardi quelle che ti chiamano, ti chiedono come stai e mentre tu stai per dir... ti interrompono con i cazzi loro. Ok, io regolarmente appoggio il telefono sul divano e continuo a limarmi le unghie, a mettermi lo smalto, a depilarmi le sopracciglia e poi attacco.

Smettiamola con queste pagliacciate.

Ultimamente sono un po' più stronza del solito, lo so, ma è per entrare meglio nella parte: a storia dovremo affrontare il dispotismo ed io farò la despota.

Inoltre, nel Venerdì il transfert ha fatto sì che MisterB mi apparisse sotto una luce nuova e completamente rivoluzionaria: era una iena, animale bruttissimo e abbandonato dalle divinità, ma non una iena giovane e con ancora tante speranze nel cuore, era una iena vecchia, malata e con chiazze di pelo alternate a chiazze di pelle in putrefazione [una sorta di dermatite ienica dolorosissima], in più il suo branco di iene, quello con cui MisterB era solito andar per carogne, lo aveva dapprima isolato e poi abbandonato, solo, decrepito e assolutamente incapace di provvedere a se stesso.

Se ci fosse qualcosa in contrario alla mia Regia Decisione, prego rivolgere le proprie rimostranze all'inventore della funzione di educatrice o all'inventore del concetto di amicizia, fratellanza, cordialità, berlusconi, il vaticano e banalità simili.

Mi sono rotta il cazzo, per usare un eufemismo, di stare ore ad ascoltare i cazzi degli altri senza che nessuno ascolti i cazzi miei, in sostanza.

Io non sono buona, è contrario alla mia natura più intima.

Trovo quindi un'ulteriore ed inutile perdita di tempo il continuare a forzarmi di essere ciò che non sono.

Io sono cattiva e non potrò mai diventare buona.

Così come trovo sia ingiusta l'imposizione, chiaramente lesiva ed anticostituzionale alla mia dignità come persona, del dover essere buona a tutti i costi, pena la diffamazione, il pettegolezzo selvaggio, il mobbing, bla bla bla, o per evitare tutta una squallidissima serie di ripercussioni infernali, energetiche o reincarnative.

Io non sono buona, non voglio essere buona, ad essere buona faccio una gran fatica, non sono sincera né spontanea e finisce che poi mi incazzo, sempre, proprio perché appunto io non sono buona.

Arriva un certo momento nella vita in cui dobbiamo fare i conti con noi stessi ed iniziare ad accettare anche quelle parti di noi socialmente considerate compulsive e amenità varie.

Deduzione da il famoso mantrazzo: “Da oggi basta, comando io”.

Quando ero in Terza Media una troia ripetente voleva sempre con prepotenza che le passassi i compiti. Quando io mi mettevo a fare il compito, lei iniziava a battere colpi alla sedia, fintanto che io non mi giravo incarognita:

Io - Che vuoi?

Colpi alla sedia.

Troia Ripetente - Dammi il compito!

Colpi alla sedia.

Io - No.

Colpi alla sedia.

T.R. - Ti rompo il culo.

Io - Ok. Ti faccio il compito.

Così dovevo fare il mio compito e anche il suo, che ovviamente doveva essere diverso dal mio sennò mi sgamavano. Ma un giorno mi incazzai, mi sono sempre incazzata facile io, e siccome ancora non avevano inventato il bullismo, dovetti farmi giustizia da sola.

Passai una notte intera nel letto di mia nonna, ché mi facevo paura anche un po' da sola io, io sono sempre stata molto suscettibile; per esempio non ho mai visto oltre i dieci minuti un film di Dario Argento , perché ho sempre vomitato al nono minuto.

In quella notte che passai nel letto di mia nonna, stringevo tra le mani il ciondolo di una collanina a forma di teschio; avevo un ciondolo a forma di teschio, perché ero sempre molto allegra nelle mie scelte: il ciondolo avrebbe dovuto essere il simbolo della mia battaglia o l'icona della mia vittoria.

Passai tutta la notte a ripetermi che il giorno dopo sarei andata dalla troia ripetente e le avrei detto: “Ok, ora hai rotto il cazzo e i compiti non te li passo più, ché sennò alla fine io prendo due diplomi, ma uno lo danno a te e non a me, e non è giusto ed io sono contro le ingiustizie e non sono nemmeno generosa”.

Io - Senti troia, io volevo dirti una cosa.

T.R. - Veloce, sennò ti spacco il culo.

Io - Ok, ecco i compiti di matematica, geografia e storia.

A ricreazione poi è venuta una tosta del piano di sopra che mi ha detto che il suo fidanzato mi aveva dato un passaggio in motorino, ma non era colpa del suo fidanzato, perché ero stata io che l'avevo bloccato e poi l'avevo obbligato con violenza a darmi un passaggio, e quindi dovevo stare attenta, perché il suo ragazzo dovevo lasciarlo stare, sennò mi spaccava il culo.

Ovviamente il teschio l'ho buttato via, come amuleto per l'invincibilità aveva fallito, ma oggi la troia è una fattona tossica e quella del fidanzato coglione con il motorino fa la puttana in un nigth club per vecchi bavosi. Così, tanto per dire.

Ok, io vado da MisterB. Ma son cose che non si fanno comunque. Insomma. Poi per forza si diventa cattivi.

giovedì 19 febbraio 2009

Voce abusou

Tanto per. 'Na botta di vita!



Cioè non so se rendo il concetto!


Ora cantiamo:

Voce abusou
Tirou partido de mim
Abusou
Tirou partido de mim
Abusou
Tirou partido de mim
Abusou

Mas nao faz mal
tão normal ter desamor
tão cafona sofredor
Que eu ja nao sei se meninice ou cafonice
O meu amor

Se o quadradismo dos meus versos
Vai de encontro aos intelectos
Que nao usam o coraçao
Como expressao

Que me perdoe
Se eu insisto nesse tema
Mas nao sei fazer poema ou cançao
Que fale de outra coisa
Que no seja o amor

Se o quadradismo dos meus versos...



Traduzione:




Tu hai abusato / esagerato
mi hai preso in giro
hai esagerato
mi hai preso in giro
hai abusato di me
mi hai preso in giro
hai abusato

Non fa male
è normale disinnamorarsi,
è [così] volgare e sofferente
che io non so se è infantile o volgare
il mio amore

Se l'arretratezza dei miei versi
si scontra con la ragione/intelletto
che non usa il cuore
come espressione

Perdonami
se insisto con queste cose
ma non so scrivere un poema o una canzone
che parli di un'altra cosa
che non sia l'amore

Se l'arretratezza dei miei versi...



Parafrasi:



Ora ha rotto il cazzo [il destino, il caso, la vita]
mi ha preso per il culo [la vita]
ha rotto proprio il cazzo [con questa situazione]
perché è una presa per il culo [il tutto del mondo intero]
ed a me ha proprio rotto il cazzo
perché che cazzo fa [la vita]? mi prende per il culo? [La vita]
Ha proprio rotto il cazzo

Dice che non dovrebbe far male [col cazzo]
perché è normale che tutto vada affanculo così
ma puttanavaccatroia è talmente schifo
che non capisco più un'emerita sega
se sono io troppo idiota
o se veramente è il cazzo di questa situazione
a farmi soffrire per questo cazzo di storia
che si chiama “amore”

E porcoilgiuda mi sembra di essere idiota
perché tutti dicono tante cose,
ma che non hanno un cazzo a che vedere con quel che si sente.

E non so dire altro,
non riesco a pensare ad altro
che non sia quel cazzo di questo amore




che devo soffocare qui. Nel cuore [che cazzo]


p.s. Secondo me quello del secondo video c'ha la dentiera.

mercoledì 18 febbraio 2009

A Lezione di Storia

Ok, una semplice considerazione: si può amare contemporaneamente 60 ragazzi?
Ebbene sì, ma si fa un sacco di fatica.




L'altro giorno in classe abbiamo fondato una tribù, io naturalmente mi sono auto-eletta Regina, del resto, ho detto loro, comando io. Il boccone è stato amaro, ma l'hanno ingoiato; in fine dei conti dovranno pure abituarsi alla sudditanza. Quindi ho spartito le terre [i banchini] tra i più robusti e quelli più vagabondi li ho messi alle dipendenze del proprietario terriero come manovalanza.

- Prof. ...cazzo, io non voglio stare alle dipendenze di quello lì, mi schiavizza.

- La prossima volta impari a studiare i verbi, così ti do un banchino anche a te.

- Fanculo prof.

- Prof. ma se il raccolto mi va male?

- Ce l'hai nel culo.

- Come Prof.?!

- Ho detto, ce l'hai una divinità da pregare perché ti vada meglio?

- No, Prof. Ma cazzo c'entra la divinità con il raccolto?

- Be', perché il papa, c'entra qualcosa con il sesso, la famiglia, l'educazione, la ricchezza, la medicina, la fame nel mondo e la tortura?

- No.

- Appunto.

Così abbiamo preferito introdurre il concetto di sciamano, grazie all'uso delle droghe ovviamente, e abbiamo scelto quello più allucinato, che è diventato il capo spirituale della tribù.
Lo sciamano si è messo in contatto con gli dei ed in cambio di una lattina di coca cola ha vaticinato che per avere un buon raccolto, dovevamo fare un'offerta alla dea della terra. Allora abbiamo creato un gruppo di artigiani che hanno iniziato a scolpire statuette di dee in cambio di grano. Il concetto del baratto in sé per sé poteva anche andare bene, ma ingoiare il boccone amaro della materialità&spiritualità è stata dura; del resto dovranno pur abituarsi al Vaticano.

Domani dobbiamo invadere la 3° B, abbiamo bisogno di terre e possibilmente, mi chiedono, schiave, rigorosamente donne.

Speriamo bene.

martedì 17 febbraio 2009

Parole, parole, parole ...

Parodia dell'intellettuale

La violazione dei Diritti Umani ed il testamento biologico, dopo l'assalto al Quirinale a colpi di "Assassini, l'avete fatta morire di fame", continuano ad oliare i motori degli imminenti luminari, rispettabilissimi, per l'onor del vero, anzi, Marco Travaglio mi piace anche tanto.

Quindi leggo QUI e ci metto anche un bel po' con gli ipertesti, a volte faccio fatica a capire i termini ed i concetti, dei buoni quarti d'ora ad essere sincera, se non di più; per non contare i giorni e le notizie sparpagliate e il sogno erotico di Giuliano Ferrara infilzato allo spiedo nello spiazzo principale del villaggio di una tribù di cannibali in un giorno di festa.









[Prego leggere attentamente e con dovizia il collegamento su, prima di scorrere giù.]
















Ma poi mi basta un attimo, ma solo un attimo, per capire che non ho capito un cazzo.





Non so, ma certe cose mi fanno male.

lunedì 16 febbraio 2009

Per Un Pugno di Mosche # 1

Incipit : Non disubbidire è un po' come morire.



In questo blog, ero partita con l'idea di fare un diario virtuale, perché devo vincere la mia vergognosa solitudine, ché devo avere il coraggio di mostrare il mio interno, ché anche se fa cagare non è colpa mia, ché devo farmene una ragione e bla bla bla e poi sono dell'idea che quando le cose si fanno o si fanno bene o non si fanno.

Ma non per megalomania.

[OK. Informare MisterB che forse è il caso si aggiornare la lista delle mie patologie.]

Bensì, per una mia speciale filosofia.

Si chiama filosofia del pugno di mosche: si parte con puntare a mille, per arrivare, toh, almeno a uno.

La cosa può anche sembrare idiota così di primo acchito, lo so, ma se relazioniamo il mio regolare ottenimento=zero, ecco che il concetto si rivoluziona completamente, in quanto si aggiunge la variabile x, che non so che cazzo voglia dire, ma mi sembra interessante.

All'inizio è un po' frustrante, lo ammetto, ma poi ci si fa il callo e nel mio lavoro almeno funziona.

Un po' come quando ai miei ragazzi impongo la lettura dei Promessi Sposi in triplice versione commentata dai più insigni critici della letteratura del secolo scorso, ecco, in questo caso so che alla fine almeno scaricheranno il riassunto del riassunto da internet, roba che se io chiedessi loro direttamente il riassunto del riassunto scaricato da internet, nella migliore delle ipotesi mi porterebbero un sms: “S vogliono sposare, ma si meTe nl meZo 1 ke nn vuole e loro scaPano, ma aLa fine trombano, nn cn certeZa, xò.”

Prof. - Allora... Parlami dei Promessi Sposi.

Alunno tipico modello A - Allora i Promessi Sposi parlano di una storia.

P. - Ok, e fino a qui ci siamo, poi?

A - E' divisa in tre parti.

P. - In che senso... tre parti? [Forse 'sta critica mi è sfuggita? Forse sono nuove macrosequenze, individuate da qualcuno a me sconosciuto?]

A - Sì, in tre parti. Dove si vede prima lui che sta male male, male proprio di merda, intendo. Prof. si può dire di merda all'interrogazione?

P. - No, sarebbe meglio di no. Comunque continua.

A - Sì, insomma lui sta male. E lei è lontana, forse è morta, ma la troverà solo alla fine, nella terza parte, ma non mi ricordo se trombano o no.

P. - E nella seconda parte?

A - Lui è nel Purgatorio.

P. - Ok, aspetta. Forse mi è scappato il nesso, di chi stiamo parlando?

A - Ma come Prof.? Stamani è proprio in botta, eh? Chissà che ha fatto ieri sera, eh? Ma dei Promessi Sposi, no?

P. - E chi avrebbe composto i Promessi Sposi?

A - Ma che domanda Prof. ... Dante Alighieri, no?!

P. - Ok, e in che anno?

A - Nel 1400... No... aspetti... nel 1700... cazzo le date... prof.... quelle mi fanno impazzire... nel 1850 circa, ecco!

P. - Va bene, vai a posto.

A - Prof. Quanto mi mette?

P. - 2.

A - Prof. Ma come 2, ho detto un sacco di cose!

P. - Va bene, facciamo 2 e ½ per la sintesi.

...

A - Ma quanto è troia, quella. La sera non tromba e poi il giorno dopo è isterica.

Insomma alla fine quel mezzo punto in più se lo è quasi meritato: ha condensato in un'interrogazione il programma di 5 anni di scuola superiore.

Ma non è questo di cui volevo parlare.

Volevo dire che il gioco al ribasso è puntare in alto per ottenere due, due e mezzo, un po' come all'interrogazione o al gratta e vinci, dove se ti va bene, invece che un miliardo, alla fine vinci un boero, al liquore però.

Insomma, volevo dire che nella vita bisogna puntare sempre in alto.

Un po' come nell'amore: è inutile desiderare una sola persona, illudendosi che abbia tutte le caratteristiche e gli attributi al suo posto.

Insomma è impossibile trovare un uomo che sia bello, simpatico, intelligente, che sappia cucinare e pulire i pavimenti, affettuoso, indipendente, che sappia portare il caffè a letto, che sia sincero, ben dotato e sappia fare un cunnilingus decente, non sia troppo logorroico, che non vada in tilt per due lineette di febbre, non soffra di eiaculazione precoce e non faccia continuamente il paragone con quanto era brava e comprensiva la mamma, che abbia un reame di tutto rispetto, con la Jacuzzi, la sauna ed un massaggiatore personale (per me) libanese, di carnagione scura ed occhi chiari.

Tutte queste caratteristiche insieme è impossibile insomma trovarle in una sola persona, si tratta solo di reminiscenze di fiabesca illusione, quelle atte ad evitare il suicidio infantile per intrattenerci in vita almeno fino al momento in cui la nostra psiche non si sia formata a sufficienza a suon di sensi di colpa moral-cattolici, secondo i quali obbligatoriamente dobbiamo stare in vita.

Allora, secondo me, bisogna puntare sul numero, sulla quantità prima di tutto, in cui poter rimediare almeno un surrogato di qualità.

Un po' come quando sono appositamente innamorata di una centocinquantina di persone e per persone intendo gli attributi di quello a cui devo mettere un calzino in bocca per non farlo parlare altrimenti rovina la poesia o di quello che sa fare il caffè al buio perché vederlo alla luce, come dire, fa sempre un certo effetto, di ribrezzo insomma.

Tutti numeri che ovviamente la domenica sera, quella rarissima domenica sera in cui stranamente non hai voglia per un cazzo di stare da sola, sono impegnati: quello con l'attributo intelligente è ad una conferenza sul pensiero economico marxista leninista stalinista, quello ufficioso è con la moglie, quello giovane è ad un rave, quello vecchio è a cambiare il catetere, MisterB non accetta chiamate fuori del suo orario di lavoro e quello bello è ad un concerto dei Village People.

Così ieri sera ho finito per addormentarmi sul divano, di brutto-secca e dura, e stanotte ho sognato che andavo da un dottore, tra l'altro nemmeno poi tanto discreto, un po' gobbo e grasso, che mi costringeva a mettere un busto in gesso altezza pube-ascelle per combattere i lancinanti dolori alla schiena che avevo.

Ok, ricordarsi di aggiustare la stecca rotta del divano, roba che quando ti giri si conficca nel costato e trafigge peggio del governo berlusconi.

domenica 15 febbraio 2009

Monopolio sulla morte e sulla vita, roba da far impallidire dio, se ci credessi e fosse nero

Allora niente, niente si fa per dire.

Il 7 Agosto 2008 scrissi questo POST su Traboccomentale [clicca su POST se ti vuoi male o se mi stimi, il che non fa molta differenza].

N.B.: nei cui commenti appare già DESA! a cui logicamente non pareva possibile, del resto non sarebbe potuto apparire possibile a nessuno, data la gravità del fatto e la sua mostruosità.

Roba che veramente anche diobastardo [in Toscana le bestemmie sono un normale intercalare, sia chiaro] se esistesse, dovrebbe porsi dei serissimi dubbi sulla sua creazione dell'uomo e rivolgersi ad uno specialista che si occupa di disturbi della personalità: se fosse una persona onesta dovrebbe andarci e poi smettere di voler farci credere a tutti i costi che lui e il diavolo non sono la stessa persona, che lui è il bene e il male siamo noi ed il diavolo tentatore ed ammettere pubblicamente che Ratzinger è una checca nazionalsocialista isterica rotta nel culo.

Ok, bando alle ciance.

La casa farmaceutica a cui mi riferivo nel post è la Novartis.

Il monopolio delle case farmaceutiche, perché di monopolio si tratta, che dovrebbe andare a braccetto con e per la salute delle persone, in realtà va a braccetto con l'economia ed il guadagno che si può trarre dall'essere umano considerato a tutti gli effetti cavia .

Per le case farmaceutiche noi siamo semplicemente dei numeri da far ammalare per guadagnare.

Spesso le grandi malattie sono solo l'effetto di un mercato lobbistico puro e semplice: dobbiamo rimanere in vita senza guarire e solo per curarci. In una cura perennemente remunerativa per loro.

Oltre alle grandi malattie, un'altra delle tante fonti immense di guadagno sono i vaccini, che variano nel tempo in base a ciò che il momento rende più redditizio.

Il discorso ovviamente non va scisso assolutamente dalla privatizzazione delle Università e dalla sovvenzione dei privati, ovvero le case farmaceutiche, alla ricerca.
Sono le case farmaceutiche stesse che sovvenzionano le Università al fine di compiere ricerche su una malattia, il cui risultato ovviamente non può andare a discapito della casa farmaceutica che sovvenziona la ricerca stessa.

Se ipoteticamente una ricerca scientifica dimostrasse che l'AIDS non è quello che dicono o che per guarire dal CANCRO basta del semplice bicarbonato di sodio o della Vitamina D a prezzi irrisori e nessun guadagno per la casa farmaceutica, ecco che l'investimento delle case farmaceutiche varrebbe zero.

In un'ottica di guadagno, quello zero salverebbe la vita a molte persone, ma manderebbe sul lastrico il mercato farmaceutico.

Quindi si oscurano le ricerche interessanti, si nascondono i risultati scomodi e si sovvenziona solo ciò che può esclusivamente arricchire i monopoli mondiali.

Sono molte le informazioni che ancora, e forse per poco (diobastardo, dai qui non ci stava male!), ci raggiungono in rete.
Ho linkato solo articoli tratti da www.disinformazione.it, ma ce ne sono molti altri, agli interessati il "piacere" della ricerca e si auspica anche quello della smentita.


Nel caso specifico a cui mi riferivo nel post di cui sopra, si deve alla Novartis nell'Agosto 2008 l'inizio della produzione del vaccino contro la meningite.

La mia premessa era che da lì a pochi mesi sarebbe iniziata una campagna pubblicitaria bella e buona per lanciare il vaccino / prodotto commerciale sul mercato.

Un lavoretto semplice e pulito di marketing tramite gli organi ufficiali di propaganda del monopolio: la stampa e la cronaca locale.

La campagna pubblicitaria si basa sul diffondere la paura sociale per la malattia, quindi si iniziano a lanciare allarmismi basati sulle cronache locali, lette da tutti perché di facile accessibilità, tali che le persone, pur di salvarsi il culo, si vaccinano, pagano un vaccino spesso inutile quando non addirittura dannoso ed arricchiscono le case farmaceutiche.

Un tipico esempio di campagna pubblicitaria farmacologica è quello che è comparso oggi sul Corriere della Sera, il cui titolo è uno slogan classico :

Ha fatto l'animatrice in un locale gremito da 1500 persone

Meningite, ragazza in coma a Ferrara
È allarme: «Lavorava in discoteca»

La giovane era impiegata anche in un negozio di parrucchiere. Scattato il protocollo anti-menginococco.



QUI il link all'articolo del Corriere della Sera.

Riassunto: la Novartis produce il vaccino contro la meningite, il prodotto deve essere distribuito sul mercato, inizia la campagna pubblicitaria, scattano i protocolli, le persone si spaventano, comprano il vaccino, il monopolio farmaceutico si arricchisce.

Non è un discorso né di salute né benessere.

Ok, adesso basta. Vado a spazzolare le conoscenze di mia nonna che da piccola mi curava con radici boschive ed erbe. Oggi permane il ricorso alle erbe, per le radici mi devo organizzare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, appunto.

Tristissima.

Non disubbidire è un po' come morire [il mio nuovo slogan, nonché nuova firma]

sabato 14 febbraio 2009

mercoledì 11 febbraio 2009



O que será que será
Que andam suspirando pelas alcovas
Que andam sussurrando em versos e trovas
Que andam combinando no breu das tocas
Que anda nas cabeças, anda nas bocas
Que andam acendendo velas nos becos
Que estão falando alto pelos botecos
Que gritam nos mercados, que com certeza
Está na natureza, será que será
O que não tem certeza nem nunca terá
O que não tem conserto nem nunca terá
O que não tem tamanho

O que será que será
Que vive nas idéias desses amantes
Que cantam os poetas mais delirantes
Que juram os profetas embriagados
Que está na romaria dos mutilados
Que está na fantasia dos infelizes
Que está no dia-a-dia das meretrizes
No plano dos bandidos, dos desvalidos
Em todos os sentidos, será que será
O que não tem decência nem nunca terá
O que não tem censura nem nunca terá
O que não faz sentido

O que será que será
Que todos os avisos não vão evitar
Porque todos os risos vão desafiar
Porque todos os sinos irão repicar
Porque todos os hinos irão consagrar
E todos os meninos vão desembestar
E todos os destinos irão se encontrar
E o mesmo Padre Eterno que nunca foi lá
Olhando aquele inferno, vai abençoar
O que não tem governo nem nunca terá
O que não tem vergonha nem nunca terá
O que não tem juízo

Traduzione ... mia ... ahahah!


Che cosa sta succedendo, che cosa è
che stanno sospirando nelle alcove
che stanno sussurrando in versi e rime
che stanno combinando nel buio delle tane

che passa nelle teste, che passa nelle bocche

che stanno accendendo candele nei vicoli senza uscita

che stanno dicendo ad alta voce nei bar

che gridano nei mercati, che con certezza

sta nella natura, che cosa sta succedendo

quello che non ha certezza e mai avrà

quello che non può essere riparato e mai lo sarà

che non ha misura.

Che cosa sta succedendo, cosa è
che vive nelle idee di questi amanti
che cantano i poeti i più deliranti
che giurano i profeti ubriachi
che sta nella processione dei mutilati
che sta nella fantasia degli infelici
che sta nel sopravvivere alla giornata delle prostitute
nei piani dei banditi, degli invalidi
in tutti i sentimenti,
che cosa sta succedendo, cosa è
quello che non ha decenza e mai l'avrà
quello che non ha censura e mai l'avrà
quello che non ha senso.
Che cosa sta succedendo, cosa è
che tutti gli avvisi non eviteranno
perché che tutti i sorrisi sfideranno
perché tutte le campane suoneranno
perché tutti gli inni consacreranno
e tutti i bambini si libereranno
e tutti i destini si incontreranno
e lo stesso Padre Eterno che là non c'è
ascoltando l' inferno, benedirà
quello che non ha governo e mai l'avrà
quello che non ha vergogna e mai l'avrà
quello che non ha giudizio.

Voglio ricordare questa canzone all'Italia, con quella cosa volgarmente chiamano intercultura, ma che in realtà è universalità pura e semplice, che tanto dovrebbe essere naturale, da non meritare nemmeno un nome.
Come un fiore nel deserto arido dell'insensibilità.
[E come sono pallosamente degenerante verso la banalità]
La canzone è di Chico Buarque, prodotta del 1976 e cantata durante gli anni neri della dittatura militare in Brasile, quando vigeva apertamente la censura.
La stessa che c'è in Italia, ma subdolamente, per capirci.
La canzone inizialmente superò la censura in quanto fu interpretata dal regime militare come un omaggio all'amore, alla storia di amanti qualsiasi.
Ma le persone, che conoscevano veramente il dolore di un regime militare, ne capirono il senso, la canzone fu riletta e reinterpretata, quindi censurata e negata in tutto il paese.
[Per chiarezza: la polizia nel regime militare poteva uccidere legalmente in ogni attimo della giornata. Nel gelo di una pistola puntata alla tempia di una mattina qualunque, per un gesto troppo lento o troppo veloce, per un espressione, per un divertimento]
Ci sono due forti potenziali in gioco: da una parte la violenza della censura e la privazione della libertà anche di espressione, dall'altra la necessità comunque di amare, di comunicare e denunciare, saper capire nonostante tutto, anche con semplici giochi di parole, con verità fortissime e apparentemente nascoste, la vera essenza dell'essere umano.
La fragilità del nostro paese dovrebbe imparare e ricordare il vero significato di regime e che la storia, la musica, la conoscenza servano a non farci cadere nell'inganno berlusconiano.
Dove invece tutti i significati vengono a noi confusi e si è perso il sentimento, ipnotizzati dalla cultura massificante di una dittatura invisibile, di una popolazione accecata ed ingannata che non si rende più conto che la natura dell'uomo è anche altro, oltre alla bestialità che ci vogliono imporre ed in cui ci vogliono ingabbiare.
Inutile dire che le conseguenze di un regime, anche se mascherate da questa canzone e poesia bellissima, sono dolorosissime.
N.B. La dittatura militare in Brasile è finita nel '85... non secoli fa.
Tocco ironico finale: la traduzione l'ho fatta io e fa cagare... ah ah ah!
Mi riprenderò... prima o poi!


lunedì 9 febbraio 2009

Maroni del cazzo

Oggi, Lunedì 9 Febbraio 2009 la stampa nazionale del cazzo riporta parte di un discorso come al solito del cazzo fatto dal Ministro del cazzo dell'Interno del cazzo Roberto Maroni del cazzo.

Ne cito una parte, QUI una delle tante fonti del cazzo, che riportano le sue parole del cazzo:

ROMA (9 febbraio) - «Se ci fossero state le ronde là dove ci sono stati recenti episodi di stupri, forse questi stupri non sarebbero avvenuti». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, nel corso del programma L'Elefante su Radio24.

Questi i dati Istat:

69,7% DEGLI STUPRI AVVIENE IN FAMIGLIA
17,4% LO STUPRATORE È UN CONOSCENTE (quindi una persona sempre intima alla donna)
6,2% DEI VIOLENTATORI SONO DEL TUTTO ESTRANEI (alla vittima. Il cosiddetto stupro da strada)


95% DEGLI STUPRI NON SONO DENUNCIATI proprio perché “domestici”, quindi ci sono più remore a farlo.

Ministro del cazzo dell'Interno del cazzo On. del cazzo Roberto del cazzo Maroni del cazzo: PROPONGO RONDE ANCHE IN CASA, nel dubbio ci sia qualche dissidente politico stupratore immigrato.


Firmato: un puntino di inchiostro del 95%.


O sono tutti stupidi o sono dei bastardi.
Persone che sfruttano ogni disgrazia e ogni mostruosità per il loro porco interesse.
Come si può permettere una persona che vive di parassitismo sulle nostre spalle di fare affermazioni del genere? Come si può permettere a un branco di pecore ignoranti di seguirlo, quando basta fare una ricerca di nemmeno 5 minuti sul web per screditarlo completamente? Come non si può considerare la ricaduta di certe affermazioni del cazzo sulle persone? Come si possono permettere certe affermazioni fatte pubblicamente senza un minimo di dignità, tatto, educazione, intelligenza, correttezza, rispetto, sensibilità, senza un minimo di decenza? Ma ancora non c'è nessuno che a questo gli abbia intaccato le corde vocali? A questa specie di ominide non ancora evoluto, auguro una delle più tipiche sodomie quotidianamente attuate da quello stuolo di preti che stanno monopolizzando la scuola ex diritto.

Senza Parole ... (2)

Non è il solo, è solo uno tra i tanti, ma è il primo che mi è capitato tra le mani: QUI.

Vediamo con quanto acume ed intelligenza, l'esemplare sostenitore del nostro regime disquisisce sul valore, l'onestà, la pace, i diritti internazionali, con quale pertinenza linguistica e storica, sorretto da quale substrato di cultura, capacità critica ...
Da far impallidire un negro. Complimenti vivissimi!
Proporrei un premio al merito, ma sono sicura che già vi avranno pensato.
Oscurando ovviamente tutti coloro che, da art. 50 bis sotto, oseranno disubbidire alle magistrali parole del nostro Duce dei Miei Coglioni.

Disubbidire al Duce dei Miei Coglioni!
Disubbidire!

Disubbidienza Sociale contro la Legalità
è l'unica forma di Vera Giustizia che ci è rimasta.

Apologia alla Disubbidienza.

ED ORA, ORA, ORA SONO VERAMENTE INCAZZATA

Senza Parole ...

«Art. 50-bis. Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet
1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
2. Il Ministro dell'interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all'adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all'autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.
3.I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l'effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l'attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministro dell'interno con proprio provvedimento.
4. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dell'interno, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.
5. Al quarto comma dell'articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: "col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda".

Istantanea mentale

Aspettando Matteotti sull'Aventino

Gli effetti della pioggia in una domenica tipica da nullafacente ovvero come le strutture su cui dovrebbe reggersi la nostra società vacillino a tal punto da vergognarsi di appartenere a questo mondo barbaro ovvero a che livello mi sono ridotta, dovrebbero abolire la domenica, la busta paga rimarrebbe la medesima, ma non avremmo tempo per pensare o, peggio ancora, rendere noto uno stato d'animo di sì fatta maniera*.



Piove oramai da nonsoquanti giorni, sembra di essere a Seattle, sembra che il cielo abbia deciso di rovesciarsi sul mondo e tutto fa presupporre che tra qualche briciolo di era la nostra evoluzione ci vedrà pesci (Berlusconi sarà un piraña e papa Ratzinger una balena, noi plancton).

La “deriva neofascista”, come ogni tanto amano chiamare nella nostra stampa nazionalsocialista, sta raggiungendo vette immemori, soprattutto per chi guarda la TV e chi sostiene il Pdl, ma anche il Pd.

A me personalmente invece non è ben chiaro il ruolo del suffisso “neo”, dato che, salvo neologismi di varia natura, leggendo la pagina 38 del semplificatissimo libro di storia scolastico (il delitto Matteotti) non vi trovo nessun elemento che rappresenti novità.

Nel frattempo mi esercito nel canto “Bella Ciao”, data la mia propensione alle stonature che non mi pare il caso aggiungere alla situazione giàdipersé abbastanza ripetitiva.

Ma, a parte queste piccole opinioni di matrice mediasettiana che fanno molto contemporanea, i tempi sono oramai maturi ed è ora di iniziare l'allenamento per l'apnea e lo sviluppo delle branchie.

Ho pensato che quando il mondo sarà sommerso d'acqua, si porrà il problema delle sigarette che bagnate fanno un po' cagare. Pertanto sto studiano un oggetto da brevettare che consentirà di fumare spinelli in piccole capsule di vetro ad accensione automatica e mi permetterà il mantenimento in quella acquatica struttura economica, dove le conchiglie verranno stampate e vendute per danari benché senza corrispettivi in oro o lische o coralli.

Spero infine legalizzino le droghe leggere per sopravvivere un po' più decorosamente nella tragedia, ma, analizzata sommariamente la situazione, forse anche la legalizzazione di droghe pesanti non sarebbe male, esorto quindi gli esperti del settore a trovare alghe psicotrope.

P.s. Esiste sempre Emilio Fede?


* N.B. Sono quindici giorni che scanso MisterB come la peste, forse dovrei telefonargli in ginocchio implorando il suo perdono e ricordargli che i suoi figli, all'università, finora li ho mantenuti puntualmente.

martedì 3 febbraio 2009

A un gradino dalla morte


Vuota, ma talmente vuota, che vegeto; vegeto male, con un sacco di sensi di colpa per tutti i dovrei fare, ma almeno vegeto. E questo dovrebbe collocarmi almeno un posto sopra il coma dell'intelletto, la pace dei sensi e la morte. Dovrebbe essere quella cosa che dà quel guizzo in più, quella piccola scossa fulminea che ogni tanto risveglia dalla narcolessia, ripensa ai pochi contatti, fa un giro sulla rassegna stampa e svolge il vile lavoro con l'alter ego automatico in un'illusione di autostima.

La colpa è la monotonia della vita, sempre le stesse cose trite e ritrite: il pontefice che ci infama, il delitto Stasi e Berlusconi.

Papa - Tu figlio del demonio, sei un assassino.
Umile cittadino - Ma pontefice, ho solo posteggiato la macchina in divieto di sosta per dieci minuti e con le quattro frecce accese.
Papa - Tu figlio di Satana, hai ostacolato il cammino divino.
Umile cittadino - Ma pontefice al governo c'è un uomo che ha ucciso, stuprato, mercificato la donna, si è drogato, ha preso il viagra, ha ingannato il suo popolo, bevuto e bestemmiato, uno che si arricchisce sulla pelle dei poveri, degli ammalati e degli idealisti.
Papa - Demonio traditore. Chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Siamo il centro gravitazionale anche degli anatemi comico-politici.

Berlusconi: Italiani, siete dei coglioni
Beppe Grillo: Italiani, siete dei coglioni
La stampa internazionale: Italiani, siete dei coglioni.

Ora, ovviamente, se noi italiani, almeno un pochino, un pochino appena in fondo in fondo, ci sentiamo dei coglioni, be', tutti i torti forse non li abbiamo ed abbiamo tutto ed il sacrosanto diritto di sentirci l'autostima sotto i piedi.
Così, l'altra mattina, in piena crisi di astinenza da nicotina, raggiungo il tabaccaio che talvolta si diletta a mettere in esposizione quelle riviste di carattere generale nazionalsocialista della stampa italiana, ma un po' più, come dire, edulcorate, di quelle cioè che con un pizzico di sfrontatezza osano uscire dalle sole due possibilità di scelta consentite al redattore di copertina: Mussolini o le tette.

La rivista, a piena pagina ed a lettere cubitali, offre infatti una guida pratica e sicura per ritrovare l'autostima.

La rivista a pagina 5 mi informa di come il signor G., 43 anni, imprenditore, che ha sofferto per molti anni di eiaculazione precoce, abbia risolto il suo problema immaginando durante l'atto amoroso di essere un filosofo greco peripatetico, un po' come il dottore e l'infermiera insomma, ma molto molto più intellettuale.

Un gradino più giù, dicevo, c'è solo il coma intellettuale, appunto.
Me ne frego del sillogismo del giudizio.
Io Aderisco ad ARCIPELAGO SCEC