S' I' FOSSE FOCO, ARDEREI 'L MONDO


mercoledì 11 febbraio 2009



O que será que será
Que andam suspirando pelas alcovas
Que andam sussurrando em versos e trovas
Que andam combinando no breu das tocas
Que anda nas cabeças, anda nas bocas
Que andam acendendo velas nos becos
Que estão falando alto pelos botecos
Que gritam nos mercados, que com certeza
Está na natureza, será que será
O que não tem certeza nem nunca terá
O que não tem conserto nem nunca terá
O que não tem tamanho

O que será que será
Que vive nas idéias desses amantes
Que cantam os poetas mais delirantes
Que juram os profetas embriagados
Que está na romaria dos mutilados
Que está na fantasia dos infelizes
Que está no dia-a-dia das meretrizes
No plano dos bandidos, dos desvalidos
Em todos os sentidos, será que será
O que não tem decência nem nunca terá
O que não tem censura nem nunca terá
O que não faz sentido

O que será que será
Que todos os avisos não vão evitar
Porque todos os risos vão desafiar
Porque todos os sinos irão repicar
Porque todos os hinos irão consagrar
E todos os meninos vão desembestar
E todos os destinos irão se encontrar
E o mesmo Padre Eterno que nunca foi lá
Olhando aquele inferno, vai abençoar
O que não tem governo nem nunca terá
O que não tem vergonha nem nunca terá
O que não tem juízo

Traduzione ... mia ... ahahah!


Che cosa sta succedendo, che cosa è
che stanno sospirando nelle alcove
che stanno sussurrando in versi e rime
che stanno combinando nel buio delle tane

che passa nelle teste, che passa nelle bocche

che stanno accendendo candele nei vicoli senza uscita

che stanno dicendo ad alta voce nei bar

che gridano nei mercati, che con certezza

sta nella natura, che cosa sta succedendo

quello che non ha certezza e mai avrà

quello che non può essere riparato e mai lo sarà

che non ha misura.

Che cosa sta succedendo, cosa è
che vive nelle idee di questi amanti
che cantano i poeti i più deliranti
che giurano i profeti ubriachi
che sta nella processione dei mutilati
che sta nella fantasia degli infelici
che sta nel sopravvivere alla giornata delle prostitute
nei piani dei banditi, degli invalidi
in tutti i sentimenti,
che cosa sta succedendo, cosa è
quello che non ha decenza e mai l'avrà
quello che non ha censura e mai l'avrà
quello che non ha senso.
Che cosa sta succedendo, cosa è
che tutti gli avvisi non eviteranno
perché che tutti i sorrisi sfideranno
perché tutte le campane suoneranno
perché tutti gli inni consacreranno
e tutti i bambini si libereranno
e tutti i destini si incontreranno
e lo stesso Padre Eterno che là non c'è
ascoltando l' inferno, benedirà
quello che non ha governo e mai l'avrà
quello che non ha vergogna e mai l'avrà
quello che non ha giudizio.

Voglio ricordare questa canzone all'Italia, con quella cosa volgarmente chiamano intercultura, ma che in realtà è universalità pura e semplice, che tanto dovrebbe essere naturale, da non meritare nemmeno un nome.
Come un fiore nel deserto arido dell'insensibilità.
[E come sono pallosamente degenerante verso la banalità]
La canzone è di Chico Buarque, prodotta del 1976 e cantata durante gli anni neri della dittatura militare in Brasile, quando vigeva apertamente la censura.
La stessa che c'è in Italia, ma subdolamente, per capirci.
La canzone inizialmente superò la censura in quanto fu interpretata dal regime militare come un omaggio all'amore, alla storia di amanti qualsiasi.
Ma le persone, che conoscevano veramente il dolore di un regime militare, ne capirono il senso, la canzone fu riletta e reinterpretata, quindi censurata e negata in tutto il paese.
[Per chiarezza: la polizia nel regime militare poteva uccidere legalmente in ogni attimo della giornata. Nel gelo di una pistola puntata alla tempia di una mattina qualunque, per un gesto troppo lento o troppo veloce, per un espressione, per un divertimento]
Ci sono due forti potenziali in gioco: da una parte la violenza della censura e la privazione della libertà anche di espressione, dall'altra la necessità comunque di amare, di comunicare e denunciare, saper capire nonostante tutto, anche con semplici giochi di parole, con verità fortissime e apparentemente nascoste, la vera essenza dell'essere umano.
La fragilità del nostro paese dovrebbe imparare e ricordare il vero significato di regime e che la storia, la musica, la conoscenza servano a non farci cadere nell'inganno berlusconiano.
Dove invece tutti i significati vengono a noi confusi e si è perso il sentimento, ipnotizzati dalla cultura massificante di una dittatura invisibile, di una popolazione accecata ed ingannata che non si rende più conto che la natura dell'uomo è anche altro, oltre alla bestialità che ci vogliono imporre ed in cui ci vogliono ingabbiare.
Inutile dire che le conseguenze di un regime, anche se mascherate da questa canzone e poesia bellissima, sono dolorosissime.
N.B. La dittatura militare in Brasile è finita nel '85... non secoli fa.
Tocco ironico finale: la traduzione l'ho fatta io e fa cagare... ah ah ah!
Mi riprenderò... prima o poi!


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