S' I' FOSSE FOCO, ARDEREI 'L MONDO


martedì 10 marzo 2009

Toh, il Devil. Cercavo solo casa, io.

Che non è poi brutto come si dice. La paura mica la vedi fuori, il problema è che la senti tutta intera dentro.

Ho conosciuto il diavolo, mi ha risucchiato l'anima, mi ha masticato le interiora anche se esteriormente sono rimasta uguale e poi ha sputacchiato due o tre filamenti, asciugandosi la bocca con un piccolo fazzolettino di seta profumato e orli ricamati.

Il diavolo vive a due passi da qui ed ha un'energia paralizzante, mi ha fatto sentire la persona più miserabile e sciatta e squallida del mondo, la Miserabile e Sciatta e Squallida per eccellenza.

[Ho paura; ché una cosa così, secondo me, si sente solo di fronte al re delle tenebre e stanotte chiuderò gli occhi e me lo vedrò davanti.]

Il diavolo si riconosce perché chiede gentilmente un favore ordinando, un sì detto al diavolo è garantito con la vita.

Davanti alla torre dell'orologio, in cima ad una casa-torre, l'ennesima casa-torre, famosissima dimora illustrata dalle migliori riviste, il diavolo mi ha tentato ed io con la solita leggerezza ho detto sì, con la solita distrazione che tanto in qualche maniera poi me la cavo. [E sì, col cazzo.]

Eppure ho già vissuto oggi ed oggi ho rivissuto tutto ed è stato come un salto temporale.

Ho visto la casa, credendo fosse la prima volta e invece ho rivisto il letto e soprattutto ho sentito la stessa angosciante sensazione di cazzo dolore del cazzo disperata ed angosciosa [quella quando poi, dici, meglio buttarsi giù dalla torre, allora].

Film [cazzo, ora inizio a cazzeggiare, ma mi stanno ancora tremando le ginocchia, cazzo d'un dio, forse una bestemmia potrebbe alleggerire la tensione, dico, placarlo e distrarlo un attimo].

Situazione iniziale - Sono in questa strada medievale, stretta e tutto è tranquillo.

Punte di leggera angoscia mi avevano colpito già da ieri sera. Niente [mica li so riconoscere io i segnali, anche quando sono belli forti, cazzi a mazzi].

Mi chiama una persona che non conosco [che come cazzo ha fatto a conoscere il numero, cazzo, me lo chiedo ora].

Io voglio una cosa, quella voce simpatica e gioviale mi offre quello che voglio [che c'avrei scommesso fosse una donna paffuta, invece, di quelle alla mano].

Mi dà un appuntamento [che come cazzo ha fatto a venire a colpo sicuro da me che ero pure di spalle cazzo di un metro e mezzo, me lo chiedo solo ora].

Salgo forse una centocinquantina di scalini [che mi son detta, ora sputo un polmone e lo vendo a quel Lunardi delle gallerie, che ora vogliono fare gallerie in tutta Italia, han detto, chissà perché? ha risposto lui, vago, se non ci son più montagne, costruiremo una montagna e ci faremo una galleria, allora].

E mi muovo all'interno di una casa che non conosco ed è come se ci fossi sempre vissuta [roba tipo non inciampare nei duecentosettanta scalini e non perdere l'orientamento -labirinto fottuto- il tutto esattamente tra le 17 e 13 e le 17 e 17, ora che ci ripenso, toccare le palle ad un caraibico impossibile, data la situazione].

E poi incontro il Diavolo. [Mi è venuto anche un porco fottuto dolore vicino all'ascella sinistra, tra l'ascella sinistra e la tetta sinistra per l'esattezza.]

Cioè non è né bello né brutto [che quando l'ho visto, mica ce l'ho fatta a formulare un qualsiasi pensiero che fosse uno, mi sono solo sentita la bocca improvvisamente impastata e un caldo infernale].

Poi dice il Diavolo che ha la doppia mia nazionalità [per il cazzo del caso del cazzo, dico, ma poi sono stata battezzata in uno dei battisteri più belli d'Italia, tergiverso, che ora per entrare paghi anche il biglietto che nel catino battesimale, dice, c'ha messo le mani Donatello e lui ti sfodera il famoso Mangiaqualcosa che, guarda il caso fottuto, dico, va a colpo sicuro, abitava nella stessa via dove io andavo sempre da piccola, da mia zia, al numero 13, dicevo, dove c'era un enorme giardino con un enorme salice che io quell'albero lì me lo ricordo sempre con una certa inquietudine romantica tedesca molto cupa e tetra, appunto, che non c'erano cazzi che io ci dormissi in quella casa lì con il giardino con il salice e l'erbetta grigia e la nebbiolina nel chiarore lunare, che piangevo come una disperata e quando mi andava bene mi facevo venire le convulsioni e mi veniva a prendere qualcuno nel bel mezzo della notte, che io col cazzo ci volevo dormire. E che ti tira fuori il cazzo del diavolo?, con tutto il rispetto, il villino 13. Dea bendata bene, che caso! Possibile che tutto quadri così, geometricamente parlando? Diciamo, quando conosci quelle persone che giri tutto il mondo, attraversi l'oceano e te lo ritrovi ovunque, che alla fine ti dice, il mondo è piccolo, ma così piccolo, dice, che eccoci qui. Che c'è il sole da stamani, ma in quel momento lì piove e poi smette e in quella stanza lì c'è un cazzo di caldo che muoio].

Esco. Non mi ricordo nemmeno se aveva gli occhi o no. So che mi ha guardato che anche io poi l'ho guardato e ci siamo anche detti qualcosa, con il pensiero, ma non io ho capito bene.

Andiamo a fiducia, ha finito.

Niente, poi sono tornata nella mia tana. Più squallida e miserabile e sciatta di sempre. Con le gote rosse della tisi e il cuore ancora in accelerazione.

E ricostruendo passo per passo il tutto [c'ho ancora lo stomaco rovesciato] mi sono vista e sentita lì: vestita di nero, cadendo dalla finestra della casa-torre [un trentello buono di metri, che nel medioevo figurati se c'era la rianimazione poi, fosse rimasto qualche tassello fuori].

Sì. Decisamente è andata così.

Ora, diciamo che potrei benissimo fare finta di nulla. In fin dei conti il diavolo è normale che stia sulle palle, come è normale cagarsi addosso di paura a vederlo.

Ma già lo so, invece farò una ricerca e se scoprirò che in quella casa-torre lì, che rasenta la meraviglia per me, c'è morta qualcuna nel medioevo o giù di lì e c'è qualche leggenda, non lo so, divento una medium da 'sticazzi, se non muoio prima.

E poi si dice la fantasia, no, no, no, la realtà è molto peggio. Ahahah. A.A.A. Esorcista cercasi. Max serietà.

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