S' I' FOSSE FOCO, ARDEREI 'L MONDO


lunedì 2 marzo 2009

Delirante-post birreria.


Ho bisogno ancora di odiare, perché si sa.

Le persone si odiano quando sono ancora in vita, mai dopo, dopo si amano.

E noi, idioti, ignoranti, arroganti, pedanti, in vita odiamo. E rimandiamo l'amore con l'illusione di allungare il tempo.

Che allora, non lo so, mi viene da pensare che l'amore sia solo l'opposto del tempo in cui una persona è viva: più tempo hai, più tempo ti illudi di avere, più rimandi e meno amore hai a disposizione.

Che io mia madre, per esempio, siccome l'ho sempre odiata, una volta abitavo in una casa-torre ed era una delle ultime volte che ancora la vedevo, un giorno me la son trovata tra le mani in una diapositiva. Che le diapositive sono una cosa diversa dalle fotografie se le guardi controluce, sono magiche, ché all'inizio non vedi un cazzo, ma poi per un po' di luce, rivivono all'improvviso e tu vedi un intero universo in trasparenza. Ed io un giorno ero lì, dentro una casa-torre, sul cocuzzolo di una collina, dentro un paese. Seduta in cima alla casa-torre in cima al paese in cima al cocuzzolo di una collina ripida dove vedevo tutto, lì sotto, e mi venivano un po' anche le vertigini, a volte, in quella casa lì con un'enorme tenda arancione. Ed ho visto all'improvviso mia madre illuminarsi in forma tridimensionale e mi son chiesta: "Ma io, 'sta donna qui, se ora fosse morta, riuscirei ancora ad odiarla come sto facendo ora?".

L'introito va tutto a vantaggio dei produttori di orologi e calendari, agende ed annuari, che ci incasellano il tempo, che poi viene venduto, ché il tempo è lavoro, denaro, energia, ricchezza e povertà. 'Sta minchia.

Ci rendiamo conto di quanto amiamo una persona solo quando è morta e il tempo, boh, non esiste.

E fa un male fottuto del cazzo. 'Rcoddio.

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Me ne frego del sillogismo del giudizio.
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