S' I' FOSSE FOCO, ARDEREI 'L MONDO


domenica 18 gennaio 2009

Le ultime memorie di. Seconda.

Parte Seconda: La Fossa dei Leoni è una realtà, non solo una canzone.

Ed anche possibile che io stia solo scrivendo delle grandi stronzate e che del mio lavoro non abbia capito un cazzo. Per di più.

I ragazzi sono incredibili, stanno a scuola, in classe, a lezione nello stesso modo in cui stai tu insegnante, cioè io, parlo di me.

I ragazzi li senti proprio e se tu stai male, loro stanno male e se loro stanno male, stai male anche tu, cioè io. Ed questa è la parte del cazzo: se vuoi sopravvivere, devi essere felice.

Che già è difficile essere felici per se stessi, quasi impossibile, incredibilmente faticoso, ci vuole un durissimo e severissimo allenamento che io, essendo pigra in modo devastante, tra l'altro salto spesso, ma.

Ma. Ma c'è un ma.

Mentre ingannare noi stessi di essere felici è semplicissimo, ingannare i ragazzi non si può.

Lo giuro, non si può imbrogliare, lo so, ho provato e non c'è cazzi: loro risentono del tuo umore e la tua energia, anche se tu non vuoi.

Essere felici per loro significa quindi che, anche se tu non sei felice per te, devi comunque essere felice per loro, sennò ti fanno lo scalpo.

Prima ti sfiancano, poi ti attaccano nel momento estremo di massima debolezza, quindi ti scuoiano e quando suona la campanella, improvvisamente ti lasciano lì, a morire da sola e dissanguata.

Del resto io non credo nemmeno a quei metodi didattici formali che antepongono la freddezza e la logica di un processo di apprendimento in fialetta da laboratorio. Ma essenzialmente perché sono un'insegnante in trincea e non insegno in quelle classi belle e ordinate, insegno in quelle classi dove i metodi da topo di laboratorio non funzionano, mai.

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Me ne frego del sillogismo del giudizio.
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