S' I' FOSSE FOCO, ARDEREI 'L MONDO


mercoledì 14 gennaio 2009

Dicotomia

[L. Fontana]


Una eccerrima giornata, ovvero perché una donna non si deve sentire in colpa per aver comprato un cappottino, nemmeno poi tanto lungo, di Jean Paul Gaultier e le nuove e sofisticatissime armi chimiche volatili del consumismo. Maledetti governativi. Una volta ho venduto l'armadio per una giacca.

Sono una vittima: sto diventando psicolavabile.

E prima di assumermi qualsiasi responsabilità [quello sarà solo il piano Z], preferisco credere che ci sia una qualsiasi roba che spruzzano nell'aria e che ci stia trasformando in automi-consumisti, lentamente, ma tenacemente.


[Foto di Joel Peter Witkin]

Mi riferisco al fatto che, a mio avviso, da qualche parte, qualcuno ci sta facendo il lavaggio del cervello [sì, lo so, potrebbe sembrare una di quelle ipotesi dei complotti mondiali che spaziano dal falso atterraggio sulla luna alla massoneria, ma non è così]; secondo me c'è veramente qualcuno che sta tentando di assoggettarci con qualche arma chimica sconosciuta che si diffonde invisibilmente nell'aria lavandoci il cervello e rendendoci vittime di una sempre più ampia dicotomia mente-corpo/consumismo.

Mente: di norma pensiamo qualcosa di giusto, qualcosa di naturale, morale, logico, scontato, risaputo, declamato, ne parliamo, in una sorta di proselitismo del corretto e sbagliato, buono e cattivo, bene e male, leale e sleale, diritti e doveri, guerra e pace, abbondanza e carestia. Siamo il target per eccellenza del WWF e dell'UNICEF.

Corpo: spaziamo in una serie di azioni che nulla hanno a che vedere con ciò che pensiamo, anzi sono in totale disaccordo, in totale disarmonia, in completa opposizione. Impassibili, ognuno di noi consuma 20 litri d'acqua buona per lo scarico di un cesso dopo aver fatto un ¼ di litro di pipì e compra confezioni che confezionano confezioncine più piccoline di altre confezioncine in cui c'è una strisciolina di gomma da masticare.


[Foto sempre di Joel Peter Witkin]

Prendi me, per esempio. Stamattina ho scoperto che avevo una ruota dell'auto talmente consumata che si era addirittura spaccata per un lungo tratto curvilineo. Toh! Mi son detta e son cascata dalle nuvole. Onestamente sì, mi sono anche piaciuta: non ho imprecato, non mi sono innervosita, nemmeno una piega ho fatto, non ho nemmeno telefonato a tutta la rubrica per sfogare il disappunto sul mio destino. Ho guidato tranquillamente l'aggeggio dal benzinaio che ha esaminato il caso e mi ha mandato dal gommaio.

E qui è scattata la dicotomia mente-corpo, proprio mentre telefonavo per avvertire dello spiacevolissimo e disdicevole ritardo di un'ora a lavoro (ho un po' gonfiato) per un guasto d'auto, e in un solo quarto d'ora ho speso 140 euro per cambiare due gomme.


Mente: ho provato un po' di afflizione, lo ammetto. 140 euro per due gomme solo per colpa di tutta la strada che devo fare per andare a lavorare, dopo tutto quello che ho dovuto fare, a causa della disorganizzazione totale dell'apparato governativo e amministrativo della Pubblica Istruzione, dei sindacati e anche del CSA.


Corpo: i restanti tre quarti d'ora ampiamente erroneamente previsti nel ritardo, li ho passati a comprare un cappotto di Jean Paul Gaultier [7 ruote nuove ca.], per attutire il colpo basso della ruota. Senza fare una piega.

Quei maledetti governativi. Ci stanno lavando il cervello.

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