S' I' FOSSE FOCO, ARDEREI 'L MONDO


lunedì 15 dicembre 2008

Ho due (tra le altre) peculiarità, che nelle feste natalizie diventano particolarmente evidenti: non amo fare i regali, o meglio nel senso tradizionale, e credo ancora a Babbo Natale. Sembra incredibile a chiunque e molti, forse i più increduli, sussurrano alle spalle che si tratti addirittura di una montatura.

Sebbene dopo una certa età, forse per una sorta di rassegnazione, s'impari a convivere meglio con le proprie caratteristiche ed il giudizio degli altri diventi sempre meno influente, quasi ironico forse, sicuramente più dolce, il problema in realtà è molto più intricato di quello che sembri all'origine.

Senonché, una sorta di atmosfera tesa, fastidiosa, uggiosa, si crea ogni anno a Natale, regolarmente, allo scambio dei doni.
Credendo giustamente a Babbo Natale, in quanto ricevo molti regali, e viceversa non amandoli fare, non scambio doni alcunché, lasciando sempre i miei cari a mani vuote.

La mia gioia delle magia natalizia allora, nello scartare i miei doni, viene come quasi disturbata da una certa tensione che inizia a crearsi, una sorta di sensazione strana, come ci fosse un qualcosa che mi volesse infilzare da parte a parte.

Parlandone con i miei più intimi, in seguito all'emozione spiacevolissima che mi lascia tale situazione, i più sfacciati hanno tentato di farmi credere che dovessi essere io a risolvermi di comprare i regali per gli altri.

Ma cazzo, devo fare il lavoro pure per Babbo Natale nelle vacanze? devo rimetterci sempre io? come fosse colpa mia, se Babbo Natale, a me, per gli altri, non porta regali.

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Me ne frego del sillogismo del giudizio.
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