Come infrangere le speranze ovvero la bellezza di essere stranieri, che non è sempre facile essere stranieri, anche se qualche volta può essere imbarazzante avere problemi con la lingua, lingua indigena s'intenda.
Il mio amico R. è uno straniero, ma straniero di brutto, fino nel DNA, oggi mi chiama perché sta malissimo, [io scherzosamente lo chiamo baluba (tanto c'è abituato)]:
Baluba - Ciao, io malissimo, tu vai in erboristeria prendere per me propoli con pompino?
Io – Mh... pompino?
Baluba - Sì, erboristeria capisce, io non posso spiegare tanto, mal di gola.
E già mi figuravo vasetti di propoli e per il resto Passi sul retrobottega, in un oscuro e tenebroso roseo magazzino con un Afro-Erborestiere.
Io – Buongiorno. Senta, io volevo i propoli con quella cosa che tu devi maneggiare e poi portarla alla bocca agitandola mentre la punti in gola fintanto che non emette la sostanza?
L'Erborestiere - Ah, lo spray.
Rumorosa caduta di palle ghiacciate (sì è un po' freddino) che rotolano e rotolano prima di infrangersi in mille pezzi (deliziosi, tra l'altro): lo spray.
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