porto sempre le scarpe coi tacchi,
oggi nel solito bar, di fronte al solito caffè, di fronte al solito giornale, di fronte al solito piattino quadrato con la sfoglia alla mela,
ho capito che devo cambiare bar, quel tanto per rompere la monotonia, anche perché non hanno le sigarette, nemmeno di sottobanco.
non prima però di essermi messa seduta e, con le mie scarpe migliori [i tronchetti color nocciola-nero-marrone con fiocco lilla], accavallare con indifferenza le gambe, puntando il tacco 12 contro i simpatici avventori.
Sì, il tacco 12 dei miei tronchetti: la canna di una sofisticata Beretta calibro 22 con silenziatore, azionabile con la semplice apertura della cerniera laterale.
Apro cerniera: fuori il bancario, con la sua alterigia, che tutte le volte mi chiede il documento di identità, quello dove la foto fa pure cagare, anche se capito sempre al suo sportello da un anno o due; chiudo cerniera: ricarico la Beretta.
Apro cerniera: fuori il barista strabico, che non so mai se sorrida a me o alla bottiglia di Amaro Averna; chiudo cerniera: ricarico la Beretta.
Apro cerniera: fuori le tre (dis)grazie, che stanno sempre a parlare fitte fitte e sghignazzare, cazzo avranno da dirsi? son pure brutte; chiudo cerniera: ricarico la Beretta.
Apro cerniera: fuori il pensionato, che tanto non arriva in fondo al mese ed è pure zoppo, ma mi ruba sempre l'ultimo cornetto alla crema.